di Maurizio Guiducci
Pubblicato su Work Dogs

Siberian Husky cane del grande, selvaggio Nord; nell'immaginario collettivo un selvatico da tenere in casa, un lupo coll'anima di cane. Ma poi non è stata la stessa molla, prima ancora del fine pratico, a far "iniziare" la domesticazione dell'ancestrale selvatico da parte dell'uomo? L'attrazione del cucciolo, il linguaggio dei piccoli di mammifero che travalica le barriere di specie; così un cacciatore un giorno...e la storia forse la conosciamo già tutti. Un cane coll'anima del lupo, un grande, da poco passato, boom di pubblico e molte incomprensioni.

Siberian Husky animale da lavoro, sportivo, ancor oggi. Con gare che in Europa sono perlopiù da sprint con i problemi che più avanti vedremo. Ancora una volta nell'immaginario cane da distese immense di deserto bianco, affascinante, da imprese in terre del finimondo. E se il fascino di ciò è grande, grande in questa chiave è ovviamente anche la presunta impossibilità di poter intraprendere col proprio cane casalingo una qualsivoglia attività sportiva. Siberian Husky cane da show ed anche qui alcuni lati oscuri; col pericolo di una "presenza di ring" che rischia spesso d'inficiare ben più importanti valutazioni morfo - funzionali. E se da un lato le succitate gare di sprint hanno portato all'utilizzo di soggetti alle volte anche palesemente fuori standard e grandi galoppatori (ma il Siberian sarebbe trottatore da medie e lunghe distanze), alcuni eccessi nel mondo delle esposizioni rischiano di portare a cani che hanno perso ogni funzionalità (riduzione della lunghezza degli arti, perdita di angoli soprattutto anteriori, toraci troppo scesi, struttura alle volte eccessiva, estetica fine a se stessa). Lavoro ed esposizione; ma il cane, Standard alla mano, non dovrebbe essere uno solo? Utilizzo e funzione, aspetti morfologici e caratteriali non sono forse facce della stessa medaglia? Un cane ben costruito dovrebbe essere necessariamente un buon cane da lavoro altrimenti non è affatto ben costruito, quantomeno nella sua testa (ci riferiamo al famoso desiderio alla corsa). Se poi correre nella categoria "pura razza" con cani che solo vagamente sembrano Siberian Husky, con animali che sono galoppatori vuol dire correre con dei cani pura razza, più onesto sarebbe gareggiare con dei Bracchi. Vincere a qualsiasi costo (in entrambi i settori show e work), dogma centrale della nostra cultura, barando, dimenticando l'uso originale del cane: animale ausiliario nel trasporto di slitte nei territori artici siberiani accompagnando il suo uomo in lunghi percorsi ad un trotto medio. Due mondi con pochi canali di comunicazione, due mondi molto ripiegati in se stessi (e forse sarebbe bene aprire un canale di dialogo cercando di risolvere insieme i problemi, ma forse troppi sono gli integralismi). E poi la gran massa, il pubblico dei grandi numeri figli del recente, passato boom. La gente che ancora "soffre" del forte charme di questa razza. E se nell'immaginario è sempre presente il fascino del cane inserito in muta al traino di una slitta, anche le sfilate nei Best in Show lo dimostrano ampiamente ogni qualvolta il Siberian entra sul ring accompagnato da un'ovazione così come dimostrano la non conoscenza, la non divulgazione dei concetti di valutazione cinotecnica quando grida di disappunto accompagnano il Siberiano che viene escluso; troppo si lascia allo spettacolo, poco all'informazione e troppi giudici restano presi anch'essi in questa morsa. La gran massa ed il collare d'oro o la muta di 12 cani lungo le distese Alaskane sono lontane anni luce. Ed allora si la gran disinformazione, l'incapacità spesso a gestire correttamente il proprio cane, le tante leggende metropolitane ed un gran numero di cani spesso non certificati e decisamente poco tipici. In questa situazione è chiaro come in passato importatori senza scrupoli abbiano potuto aver facilmente buon gioco. Errori nell'acquisto, disinformazione nell'utilizzo. E se tante sono le convinzioni errate intorno a questo cane, non sarebbe forse il caso di pensare meno alle passerelle personali in mostra, alcuni giudici in testa, o meglio cercare di trasformare le manifestazioni cinofile in qualcosa che realmente avvicini alla conoscenza del cane di razza? In maniera capillare ovviamente e non solo per pochi adepti. Una maggiore attenzione nei riguardi del neofita, un maggior rispetto (non dimentichiamoci che oltretutto ha pagato) e soprattutto far capire alla gente le ragioni di un giudizio, soprattutto quando negativo, soprattutto se davanti ci si presenta un cane al limite del Tipo. Ben vengano quei ring dove i giudizi sono espressi in forma pubblica. E' soprattutto il neofita ad aver bisogno d'informazione e consigli, non certo l'allevatore di vecchia data e di prestigio che oltretutto conosce pregi e difetti dei propri soggetti. Ma forse la cinofilia in Italia è ancora troppo ammantata dall'ascendenza nobile. Perché non organizzare degli incontri nelle scuole (e le possibilità e gli interessi ci sarebbero) colla collaborazione magari di qualche allevatore e di qualche sportivo disponibili (che poi dovrebbero essere la base della cinofilia "consapevole"). L'informazione e forse anche il problema del randagismo potrebbe venire ridimensionato. Non sarebbe meglio far capire che anche con un solo cane (e non con mute enormi e slitte e neve da fine del mondo) è possibile iniziare un'attività fisica, non necessariamente competitiva (e la gente ultimamente queste informazioni chiede) che renderà l'animale gestibilissimo e sarà per noi appagante come poche cose? Chi vuole accompagnarsi a questo cane, deve valutarne bene i pro ed i contro nonché il miglior modo per rapportarvisi. Questo molti chiedono; le risposte per ora ancora sono poche. Il Siberian Husky è un cane che se dà tanto è pur vero che tanto richiede. Spesso alcuni acquisti sono incauti; spessissimo lo sono stati in passato. Purtroppo frequentemente persone anche disponibili ad intraprendere un discorso, un'attività che esalti il rapporto col proprio cane pur cercando non riescono a trovare risposte esaurienti. Non sarebbe poi così difficile avere un buon cane, tipico, sano, e con lui potersi accompagnare in lunghe e rilassanti (quindi visti i ritmi della nostra società oseremmo dire necessarie) passeggiate, corse (con qualsiasi mezzo) in qualsiasi stagione (e perché no, gare). Perché il Siberian Husky non è solo cane del grande Nord e di distese ammantate di ghiaccio; con lui potremo uscire anche d'estate, anche alle nostre latitudini cercando ovviamente di rispettare precauzioni ovvie quali quella di non far fare attività intensa e non nelle ore calde. Perché questo è quel che vuole, che chiede il Siberiano, è ciò che dovrebbe volere il suo capobranco umano. Moltissimi sono i Siberian Husky che abitano le nostre città, molti sono i problemi che i loro a volte incauti proprietari, è inutile negarselo, hanno (e le conseguenze più pesanti è quasi sempre il cane a subirle). Poche sono le risposte; false le conclusioni (vedi leggende su cani freddi e fuggiaschi, ma c'è capitato di sentire anche aggressivi!), molte le possibilità reali che vi sarebbero di una gestione dell'animale gratificante per lui e per il suo compagno umano. E la corsa col proprio cane (ma anche l'expo canina) non sarebbero poi così lontane.

Oggi vi proponiamo...

  • Una regola? Non l'infrango ma l'aggiro

    ...ovvero: Siberian Husky In termini generali, e non parlando solo di cani, una regola si rispetta, o si infrange, oppure si aggira. La prima cosa può significare condividere la regola o temere una punizione alla sua infrazione. La seconda il non aver capito la regola, o se, avendola capita, decidere di non rispettarla (o rifiutare di rispettare qualsiasi regola) andando incontro alle conseguenze della sua infrazione. La terza è la via più complessa logicamente che cerca una terza soluzione che consenta di non infrangere la regola ma comunque di arrivare a ciò che quella regola, nelle intenzioni di chi l'ha fissata, voleva impedire.

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