di Michail Bulgakov
Pallino mette il guinzaglio. Da "Cuore di cane"

Michail Bulgakov - Cuore di cane

...Il giorno seguente al cane fu messo un grosso collare scintillante. Lì per lì, guardandosi allo specchio, Pallino si sentì tristissimo, infilò la coda fra le zampe e si nascose in bagno, meditando sul sistema migliore per liberarsi del collare strofinandolo contro qualche baule o qualche cassa. Ma ben presto capì d'essere uno stupido. Zina lo condusse a passeggio al guinzaglio, lungo il vicolo Obuchov. Pallino si sentiva un galeotto, ardeva di vergogna, ma dopo aver percorso la Precistenka fino alla chiesa del Salvatore, capì perfettamente che cosa significhi un collare nella vita quotidiana.

Negli occhi di tutti i cani che incontrava leggeva un'invidia sconfinata, e presso il vicolo Mertvyj, un bastardo, uno spilungone dalla coda mozza, gli abbaiò addosso una valanga d'insulti: gli diede del "venduto" e del "leccapiedi". Mentre stavano attraversando i binari del tram, la guardia lanciò un'occhiata al collare con aria soddisfatta e ossequiosa, ma il fatto più incredibile avvenne al ritorno: Fedor, il portiere, aprì di propria mano l'ingresso principale per far passare Pallino, mentre diceva a Zina: "che bella bestia si è trovato Filipp Filippovic! E quanta ciccia ha addosso!"
(...)
"Il collare, per noi, è come per gli uomini la cartella di pelle" osservò Pallino fra sé e sé, mentre saliva verso il piano nobile, ancheggiando, come un vero signore.