Succede che Agata, cagnolina in attesa di cuccioli, inizia a scomparire durante le uscite nel grosso recinto dove i cani vengono fatti sgambare. Tarda, al richiamo per rientrare nei box per il pasto. La si cerca con gli occhi e non si riesce mai a vedere dove sia. Incuriositi si va a cercare dove possa nascondersi. Ed ecco, sotto un albero di nocciolo, un piccolo buco; si guarda meglio e, dopo un breve tunnel, poco più di mezzo metro, si apre un'ampia camera a cupola sostenuta dalle radici dell'albero e dal fondo a conca. Una tana a regola d'arte!
E sarà difficile poi convincerla a non tornarci e, una volta nati, a non cercar di portarci i cuccioli.
E' sempre bello, quando ci troviamo davanti a questi ritorni dal selvatico. Un'opera ingegneristica, e proprio ben fatta, dettata da una memoria "genetica", non certo da acquisizione culturale che pure, nel lupo come nel cane, riveste un ruolo molto importante. E' bello e appagante vedere il nostro "piccolo lupo" ma ciò non deve farci dimenticare che lupo e cane sono due entità biologiche distinte e differenti pur se il nostro amico di tutti i gorni dal selvatico prende il via alla sua domesticazione, pardon, simbiosi coll'uomo (con reciprochi guadagni). Ci riteniamo fortunati, e molto, poter spesso osservare quei pattern comuni comportamentali, ma anche fisiologici, che il nostro cane condivide coll'antico progenitore. Non dimenticando mai che i millenni di simbiosi coll'uomo, che tolemaicamente chiamiamo domesticazione, ci hanno donato quell'animale specialista nel lavoro in cui è cresciuto, il lupo è ubiquitario, non elusivo come il selvatico, con una neotenia comportamentale (resta un eterno cucciolo ma anche l'uomo) che lo porta ad essere in continuo apprendimento con un atteggiamento gregario. Ricordando anche che il rispetto per il nostro amico è il rispetto per la sua natura e per il lavoro per cui si è plasmato.
Guardando sicuramente e con piacere alla tana del lupo!
