Pastore Abruzzese fronteggia lupo
Foto Secondino Cimini

Parlare di cani da guardiania e di lupo, della "gestione" del lupo può essere anche un'ottima palestra per parlare del cane e, ancora una volta, del significato della razza. Un po' di tempo fa sono girate sul WEB delle foto di due cani da Pastore Abruzzesi che fronteggiavano due lupi. Una la pubblichiamo, presa dalla pagina FaceBook di una fotografa naturalista - qui il suo profilo - è stata realizzata dal signor Secondino Cimini semplicemente con uno smartphone.

Più di recente è circolato in rete un filmato di due cani che fronteggiano otto lupi, girato dallo zoologo Paolo Forconi. Una situazione un po' anomala per la verità questa, in quanto i cani erano "vaganti" e stavano tentando di raggiungere i resti della predazione del branco di lupi. Anomala, e diciamolo subito, perché caratteristica del Pastore Abruzzese è quella di restare col gregge e avere un limite di reattività basso. Insomma non deve allontanarsi, fungere da deterrente per il predatore e reagire solo a distanze brevi. Quello che c'interessa, facendo il paio con questa affermazione, è comunque la determinazione con cui questi cani sanno fronteggiare il selvatico. E veniamo al primo punto, il cane come specialista. Le caratteristiche sopra menzionate sono caratteristiche di razza e si sono affinate coll'uomo, insieme all'uomo nel corso della domesticazione, in maniera anche molto dura. Da un progenitore selvatico, ubiquitario nell'adattamento all'ambiente, si è arrivati, colla domesticazione ad una serie di specialisti che mantenendo alcuni caratteri, limandone altri, potenziandone talaltri hanno dato origine alle razze canine. Nello specifico il cane da guardiania oltre ad avere ovvia prestanza fisica, magari un colore per cui l'uomo non lo confonde col predatore, ha bassa tendenza alla predazione (non deve certo uccidere le pecore), aggressività che scatta sotto una certa distanza (deve rimanere col gregge e non inseguire il selvatico), avere un forte senso territoriale e di difesa, essere determinato e cooperare in branco. Tutto questo ne fa un deterrente per il carnivoro ricordando che il lupo, come ogni predatore, sceglierà la via più facile, con minor rischi e dispendio di energie. Di fatto quindi il cane, nella sua specializzazione di razza, fungerà soprattutto da dissuasore del selvatico.
Se a questo poi ci agganceremo nel discorso sulla gestione del problema lupo, ciò ci fa anche capire l'importanza di valutare la variabile razza quando parliamo del cane. Pensiamo, così, per gioco, al Siberian Husky all'interno di un gregge di pecore... Predazione? Difesa? Reattività a bassa distanza? Non allontanarsi? Di contro imbragare un Pastore Abruzzese e fargli tirare una slitta... Ovvietà? Sicuramente ovvietà, che fanno anche sorridere, ma ovvietà anche, e non sempre sembra esserlo, nel considerare il cane dal punto di vista comportamentale non come un singolo animale ma bensì un insieme di specialisti (razze) con affinità di base sì, ma con comportamenti anche molto dissimili. Così come morfologicamente ci sono differenze profonde tra le razze, tanto da sembrare a volte animali distinti, le stesse differenze, e per gli stessi motivi  (domesticazione), le ritroviamo sul piano caratteriale/comportamentale che poi è conseguenza dell'utilizzo lavorativo in cui questi specialisti si sono formati. E questo discorso vale nella stessa maniera anche per il meticcio e per il cane non certificato, ché sempre a delle razze ci dovremo ricondurre. Perché se il cane non è il lupo, anche se da questi discende, le razze sono un caleidoscopio! E questa valutazione, se va sempre fatta nello studio del cane, è anche una valutazione da tener ben presente quando decidiamo di accompagnarci a questo animale. Non solo dobbiamo essere convinti di volerci accompagnare ad un cane, ma, in base alle nostre abitudini, esigenze, capacità capire con quale razza legheremo meglio. Perché ogni razza è caratterialmente diversa dall'altra e l'ultima valutazione da fare è quella sul piano estetico. E soprattutto saremo noi a dover rispettare le caratteristiche del compagno che sceglieremo. In soldoni, se ci piace pigreggiare sul divano, forse il Siberian Husky non è la scelta più indicata!
La crescita dal selvatico al cane, insieme alle culture umane con reciproche influenze (e chiamiamola simbiosi!), agli utilizzi lavorativi, a come queste culture sono cambiate nell'utilizzo del cane, condividendo spesso feroci castelli di sopravvivenza, ci hanno regalato quest'animale e sta ora a noi non pretendere di snaturare il suo carattere.
Però, nel chiudere, visto che di Pastore Abruzzese abbiamo molto parlato, sulla gestione del lupo due brevi chiacchiere vogliamo farle. Intanto gestione... condivisione, visto che il lupo c'è ed il pianeta non è il nostro. Il cane da guardiania è un utilissimo mezzo di dissuasione se correttamente impiegato. Ciò vuol dire che l'equilibrio numerico tra cani e capi di bestiame deve essere adeguato. Studi di qualche decina di anni fa, sull'utilizzo del nostro Pastore in Nord America per limitare gli attacchi di puma su bestiame brado dette risultati notevoli. L'abruzzese è un cane temprato in una vita dura e capacissimo di fungere come deterrente per le predazioni. Se a questo aggiungiamo una gestione del bestiame, magari non facendoci affogare dalle leggi di mercato, adeguata in capi, spazi e numero di cani e l'ausilio di dissuasori tecnologici (tipo reti elettrificate) la convivenza diviene certamente più possibile. Perché il pianeta non è il nostro e le risorse le condividiamo. Siamo cresciuti, ad un certo punto della nostra storia, insieme al cane, cerchiamo di proseguire in questo cammino.

 

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