di Sir Ernest Shackleton

dal diario della spedizione in Antartide dell'Endurance

Sud storia dell'Endurance in Antartide 1914 - 1917

Crean aveva iniziato a portare i cuccioli sulla banchisa per farli correre un po', ed era uno spasso vederli trotterellare faticosamente mentre cercavano invano di procedere accanto alla slitta; di tanto in tanto lanciavano un'occhiata implorante di traverso, nella speranza di essere presi a bordo. Oltre a Crean, i cuccioli avevano eletto come padre adottivo Amundsen, che tiranneggiavano senza alcuna pietà.

Il poveretto, che era il cane più grosso del branco, si vedeva spesso seduto al freddo e al gelo, con aria di filosofica rassegnazione, mentre un cucciolo corpulento ingombrava l'entrata del suo dogloo. L'intruso era in genere Nelson, di cui spuntavano solo il musetto e le zampe anteriori; ma si poteva star certi che Nelly, Roger e Toby se ne stavano comodamente acciambellati dietro di lui. All'ora del pastone Crean doveva stare di guardia accanto al cibo di Amundsen; altrimenti i cuccioli avrebbero sbranato la razione del grosso animale, che per correttezza si sarebbe fatto da parte.  A volte, però, dovevano sentire un rimorso di coscienza e si facevano perdonare trascinando fino alla cuccia di Amundsen una testa di foca, mezzo pinguino o un trancio di carne o grasso congelati. Era interessante guardare l'enorme bestia mentre giocava con i cuccioli, e li afferrava per la gola o per il collo con apparente ferocia,  ma in realtà con estrema delicatezza; e non smetteva mai di insegnare loro come stare al mondo, e come usare, dietro il suo esempio, i trucchi della vita canina.

Oggi vi proponiamo...

  • Ecco la tana del lupo

    Succede che Agata, cagnolina in attesa di cuccioli, inizia a scomparire durante le uscite nel grosso recinto dove i cani vengono fatti sgambare. Tarda, al richiamo per rientrare nei box per il pasto. La si cerca con gli occhi e non si riesce mai a vedere dove sia. Incuriositi si va a cercare dove possa nascondersi. Ed ecco, sotto un albero di nocciolo, un piccolo buco; si guarda meglio e, dopo un breve tunnel, poco più di mezzo metro, si apre un'ampia camera a cupola sostenuta dalle radici dell'albero e dal fondo a conca. Una tana a regola d'arte! E sarà difficile poi convincerla a non tornarci e, una volta nati, a non cercar di portarci i cuccioli.

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