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Il pedigree (questo sconosciuto). Sì, vabbé, ma cos'è un pedigree? Intanto cominciamo col dire quel che non è: non è certo un documento aristocratico che indica l'alto lignaggio e l'esclusività del cane. Insomma, il pedigree non è l'attestazione del quarto di nobiltà magari da esibire in società come un gallinaccio. È un documento tecnico. Il certificato genealogico, si chiama anche così, come prima cosa ci indica appunto la genealogia del cane (i suoi antenati) oltre ai suoi dati identificativi (tra cui il microchip, la data di nascita, il proprietario, l'allevatore), i controlli fatti (ma questo sarebbe migliorabile) e gli eventuali risultati degli ascendenti nelle valutazioni tecniche, l'appartenenza alla sua razza. Dal pedigree è possibile capire se c'è un lavoro ragionato dietro al cucciolo, un'idea di massima sul livello di consanguineità, se si tratta di accoppiamenti a caso o no. Il pedigree di per se non può però promettere un cane in assoluto corretto (quello è legato appunto al "lavoro" che c'è dietro) e chi lo dice forse racconta balle. Questo certificato, soprattutto, attesta, ed è l'unico valido, che l'animale è appartenente a quella razza. Un cane, anche se corretto, non può essere definito di razza senza pedigree.

Primavera, ci può essere il rischio della processionaria. Stadio larvale di una farfalla, si presenta come bruco peloso che si muove in fila indiana, e da qui il suo nome. Fa nidi in estate sui pini e, più raramente, su altre conifere ed esiste anche quella delle querce. Il nido, pieno di bruchi (anche qualche centinaio), si presenta in forma sferica, anche di buone dimensioni, nella parte apicale delle piante, dall'aspetto di una "palla di peluria". Superato l'inverno, con la stagione calda, le larve che si sono nutrite dei giovani aghi della pianta, scendono lungo i tronchi e continuano sul terreno in processione per poi interrarsi e passare allo stadio successivo di sviluppo che le porterà a divenire farfalle. Il problema è che la peluria della processionaria è fortemente urticante. È sicuramente un rischio, anche molto importante, per il cane, può essere un rischio anche per noi. Attenzione, anche la "peluria" dei nidi è urticante e può divenire pericolosa se portata dal vento. Quindi non cerchiamo di distruggerli se li vediamo ma chiamiamo le autorità. I nidi delle processionarie, per legge, vengono rimossi.

Parlare di cani da guardiania e di lupo, della "gestione" del lupo può essere anche un'ottima palestra per parlare del cane e, ancora una volta, del significato della razza. Un po' di tempo fa sono girate sul WEB delle foto di due cani da Pastore Abruzzesi che fronteggiavano due lupi. Una la pubblichiamo, presa dalla pagina FaceBook di una fotografa naturalista - qui il suo profilo - è stata realizzata dal signor Secondino Cimini semplicemente con uno smartphone.

E siamo alla versione 5.1 del nostro sito: un po' di rimaneggiamento grafico, una piccola revisione dei testi, insomma leggeri aggiornamenti sul lato pubblico, una più sostanziale revisione sul lato del codice. E un po' ci viene voglia di guardarci indietro...

Intanto diciamo che la zia a cui ci riferiamo non è quel vezzeggiativo con cui qualcuno si autoappella chiamando il suo cane (bello di zia, come anche bello della tua mamma) che al cane poi non fa tanto bene. La zia a cui ci riferiamo è un termine tecnico mutuato dall'etologia e si riferisce, negli animali sociali che condividono l'allevamento dei cuccioli, a quelle femmine giovani e gregarie che aiutano appunto la mamma in questo delicato compito.

Succede che Agata, cagnolina in attesa di cuccioli, inizia a scomparire durante le uscite nel grosso recinto dove i cani vengono fatti sgambare. Tarda, al richiamo per rientrare nei box per il pasto. La si cerca con gli occhi e non si riesce mai a vedere dove sia. Incuriositi si va a cercare dove possa nascondersi. Ed ecco, sotto un albero di nocciolo, un piccolo buco; si guarda meglio e, dopo un breve tunnel, poco più di mezzo metro, si apre un'ampia camera a cupola sostenuta dalle radici dell'albero e dal fondo a conca. Una tana a regola d'arte!
E sarà difficile poi convincerla a non tornarci e, una volta nati, a non cercar di portarci i cuccioli.